sabato 10 gennaio 2015

Coltivare la luce


Morale: quando siamo insieme accendiamo la luce: se ognuno di noi condivide la propria luce, tutti insieme abbiamo tutta la luce di tutti a disposizione. E di più. Quel silenzio magico che permetteva il contatto interiore, a ciascuno secondo il suo cuore, è stato cocreato da tutti insieme. Alla fine, ognuno si è portato via un po’ di abete e una candelina, e il riposo della meditazione, il piacere di uno spazio condiviso, l’esperienza profonda di una piccola meditazione camminata con se stessi, il passaggio dall’ombra alla luce tutti insieme…
Un tempo i momenti di passaggio venivano segnati da momenti in cui onorare il sacro, in cui consacrare l’esistenza. Secondo le tradizioni spirituali più antiche il rito e la preghiera tenevano in movimento armonico la danza delle stagioni, la bontà dei raccolti e la salute delle persone e di tutte le creature. La spirale che abbiamo offerto al solstizio non voleva corrispondere a nessun culto e lasciava spazio perché ognuno vivesse quel momento secondo le proprie inclinazioni e convinzioni. Il sacro è la dimensione dimenticata nella cultura attuale (ci vogliono i fisici quantistici per parlarne! Vedi Ervin Làszlò, Risacralizzare il cosmo. Per una visione integrale della realtà, ed Apogeo) e questo pianeta ha bisogno di cure: rinnovo a tutti l’invito a meditare/pregare quotidianamente per la Terra e tutte le sue creature, non solo quando c’è un’alluvione o un tempo atmosferico inspiegabile, ma tutti i giorni, per cocreare un posto migliore dove vivere insieme a tutti gli altri che lo fanno in tutto il mondo. Come abbiamo fatto quella sera.

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"L'amore è l'unica realtà. Tutto il resto è illusione" G.S.