sabato 10 gennaio 2015

Dal buio alla luce: la meditazione

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Dopo tutte le istruzioni pratiche, e una piccola preparazione sulle tematiche del solstizio, abbiamo spento le luci e Chiara ha acceso la prima candela, nel buio. Il solstizio d’inverno è il momento più buio dell’anno, il giorno più breve e la notte più lunga, ma è anche il momento dopo il quale la luce comincia a crescere, e le giornate si allungano, ogni giorno, fino al solstizio d’estate, il 21 giugno.         In questo periodo siamo fin troppo consapevoli dell’oscurità che ci circonda su altri piani: viviamo in tempi bui dove la speranza si affievolisce. Ho invitato le persone a entrare nella spirale come se ripercorressero l’anno che stava finendo, e accesa la candelina fare il percorso verso l’esterno invitando cose belle nell’anno nuovo. Quando è stato il mio turno la spirale verso il centro mi è sembrata lunghissima… e avrei potuto ballare nel percorso verso l’esterno, con la luce che portavo con me dopo aver acceso la candelina al centro. 

 Piano piano, uno alla volta ognuno si alzava, percorreva la spirale, lasciava la sua luce e tornava a sedersi. Tutto senza parole, nel silenzio.
Finchè nel silenzio ha cominciato ad echeggiare un suono così appropriato al silenzio che ne è diventato parte, amplificando lo spazio interno, la quiete, il riposo e l’allineamento: le campane tibetane. Chiara organizza corsi, e ne ha un certo numero con cui fa anche trattamenti, e siamo stati accarezzati e accompagnati dalle armoniche frequenze fino alla fine. Un’esperienza perfetta.

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"L'amore è l'unica realtà. Tutto il resto è illusione" G.S.